mercoledì 19 marzo 2014

Per un tavolo fra le parti

Se è uscito fuori qualcosa di evidente, dall'assemblea appena terminata nei locali del Dynamo Camp di Limestre (sulle sorti dell'ospedale Pacini di San Marcello P.Se), è la mancanza di "linfa politica" da parte di tutte le fazioni (essenzialmente tre: "pettorine", ASL, amministratori): non si è visto nessun passo incontro a nessuno ma solo un ruolo di semplice rappresentanza della divisa indossata. Questo passo in avanti sarebbe importante, naturalmente, se venisse mosso per primo da parte degli amministratori locali, invece addirittura ne abbiamo visti un paio che come in ogni occasione, si sono tenuti a margine (sono stanco di vedere i sindaci Ceccarelli e Gaggini giocare a nascondino!). E' evidente che la situazione dell'ospedale Pacini è anomala, per questo non dobbiamo più giocare a Risiko, sarebbe ottimo se l'annunciato tavolo fra le parti (comprese le associazioni di volontariato, tassello importante della sanità toscana), venisse finalmente fatto! Non sarebbe la soluzione ottimale ma almeno quella migliore!

lunedì 3 marzo 2014

Una sinistra per la montagna, chi ci sta?

Una piccola riflessione personale...

A fine maggio andremo a sbattere in un crocevia politico inedito: le elezioni amministrative ed europee.
La tempesta politica interna ed esterna a tutte le fazioni e le risposte alla crisi del tutto inefficaci, trovano come specchio i territori più disagiati come il nostro: l'economia della montagna pistoiese è ferma in quei settori dove è sempre stata all'avanguardia (che forse sono inadeguati rispetto ai tempi), i servizi essenziali sono minati, senza prospettive solide all'orizzonte anche a causa del cratere politico, lontano da essere colmato, nel quale ci troviamo.

Il vuoto del mondo della politica locale, purtroppo, abbraccia tutte le fazioni che in un modo o in un'altro (per motivi differenti) sono colpite da una paralisi totale dalla quale sarà difficile uscirne. Infatti, il centrodestra "tira a campare" spalleggiando le onde più becere dei movimenti anti-kasta, oppure singole iniziative trasversali (attraverso le frange più moderate) ma non ha i canali giusti per tradurne una via politica, mentre il centrosinistra vive, ridimensionate, le faide, le guerre fra bande scoppiate nei soggetti che ne fanno parte, nei correntismi, nel conflitto fra brave persone ma inadeguate, intuizioni osteggiate, interessi mascherati etc.
In questo ambiente, nel quale può destreggiarsi solo chi è capace non di assorbire bene i colpi, semmai di colpire per primo ed efficacemente (si guardi al trionfo di Grillo o del "Sindaco d'Italia), i partiti che hanno lavorato nel campo largo alla sinistra del PD non sono sufficienti: la sinistra per come è stata formata e riformata dopo il '91, ha fallito. Il perché è evidente e non importa approfondire: emergono le contraddizioni dei Democrat, SEL è stata trascinata in parlamento rimanendone sull'uscio, il PRC ed il PdCI sono evaporati.
Da neo-segretario del Partito della Rifondazione Comunista, mi trovo con estrema difficoltà a dover riconoscere che il PRC è ad oggi inadeguato rispetto al suo mandato e alle ragioni della sua fondazione: un partito comunista ha senso si esistere se è partito di massa o partito d'avanguardia, purtroppo Rifondazione non è oggi né l'uno né l'altro.
E' vero invece che attorno a noi si stanno muovendo opinioni ed anime che non possiamo ignorare e che anzi hanno talvolta trovato modo di individuare i canali per una unione di intenti. Possiamo individuarne due in particolare: i referendum sui Beni Comuni del 2011 (che sulla nostra montagna riuscirono a mobilitare c.ca 5400 "SI") e quella che, a parer mio, può essere l'ultima grande occasione per la ricostruzione di un polo della sinistra d'alternativa: la "Lista Tsipras" che scenderà in campo in occasione delle prossime elezioni europee.
Che la lista per "un'altra Europa" abbia successo, che i partiti e la "società civile" (va di moda usare questo termine) colgano l'occasione, noi possiamo avere il "guizzo" di vedere le nostre possibilità nel piccolo: perché non studiare un movimento per "un'altra montagna"? Un incontro di forze, estraneo dalle ambiguità di chi si definisce alternativo alla destra e alla sinistra, al di sopra dei partiti ma che inserisca sul nostro territorio uno spazio di confronto e di elaborazione politica, alternativo ma non estraneo al centrosinistra, nemico delle politiche d'austerity, fomentatore di quei valori universali che dovranno costruire una sinistra nuova, dove anche i comunisti dovranno fare la loro parte.
Chi ci sta?