mercoledì 11 giugno 2014

"Petrocchi" ti vorrei bene...

Ieri mattina la dirigenza scolastica del Liceo Artistico (ex ISA) "Policarpo Petrocchi", la mia scuola, ha mobilitato gli studenti per un evento singolare: una pittoresco "funerale" del Liceo, sfilando una mezz'oretta per alcune strade del centro storico pistoiese per protestare contro...
...contro cosa?
Facciamo un passo indietro. "L'artistico" pistoiese sta vivendo da anni una situazione drammatica. Sulla questione ero già intervenuto (oltre ad essermi speso in prima persona) con questo articoletto su "Il Savoiardo", giornalino scolastico del Liceo Scientifico locale:

Ragazzi e ragazze di viale Adua, siete pronti? State per scoprire la "Scuola Dinamica"!
Una scuola innovativa, al passo coi tempi, proiezione diretta della nostra società! Se infatti il "posto fisso è monotono" (come diceva l'ormai dimenticato Mario Monti), abbiamo scelto di adeguarci spalmando i nostri spazi in sei luoghi diversi della città (una sede centrale e cinque succursali). Cosi facendo permettiamo ad i nostri docenti di dedicarsi allo sport senza spendere un centesimo, oltre a dare loro l'opportunità di godersi il centro storico della nostra cittadina.
Infatti, se vi trovate a passare una mattinata feriale in via Cavour o sotto l'ombra di Palazzo di Giano, sarà possibile incontrare un professore o una professoressa con un carico di qualche quintale sulle spalle che ha appena terminato la tappa "succursale Pacinotti" e sta staccando tutti per il rientro in sede,  senza rimanere barricato per delle giornate nelle grigie aule del "Petrocchi".
A proposito, la scuola di cui stiamo parlando non è il nuovissimo "Liceo Sportivo", bensi’ il caro vecchio "artistico" che tutti gli studenti di Pistoia lo associano alla sede storica: Il vecchio monastero seicentesco attaccato ad una delle più belle chiese romaniche pistoiesi in piazzetta San Pietro, spazio leggermente rialzato rispetto all'omonima via.
L'ambiente della sede è ottimale per una scuola che insegna arte: L'edificio è in centro, a due passi da piazza del Duomo, con un bellissimo esempio di romanico pistoiese all'ingresso (la chiesa sconsacrata di San Pier Maggiore), aule grandi, e la vista sulla città regalataci dall'aula più alta...tutto questo ovviamente fino a qualche anno fa.
Infatti l'ex ISA (Istituto Statale d'Arte) è stato investito da un'ondata d'iscrizioni superiori alla sua portata. Con la transizione da ISA a Liceo, scelta sbagliata in tempo di crisi (se letta nell’ottica di voler pianificare la crescita), si spalanca la possibilità di offrire nuovi indirizzi e sarebbe stato stupido non farlo dal momento che i pesanti tagli della “Riforma Gelmini” (stesso provvedimento che prevede l’eliminazione dei tecnici sperimentali come l’ISA), limitano notevolmente le capacità del singolo istituto che per non cadere nella trappola dei vincoli imposti dalle donazioni di privati (comunque presenti), è costretto a cercare più fruitori del servizio. I cosiddetti “fruitori” però non sono i consumatori di un prodotto, sono studenti che esercitano un diritto (ed obbligo)! Ragazzi che oltre a meritare un pochino di dignità in più, sono in carne ed ossa, occupano uno spazio! Passando da poche centinaia di studenti fino a toccare il migliaio con il solito spazio da poter offrire… gli studenti (e le famiglie) diventano “fruitori di un disservizio”. A quel punto si apre la caccia agli spazi a giro per la città, le turbolente riunioni con la Provincia…e arriviamo alla nostra situazione.
Gli studenti della “Scuola Dinamica” a questo punto, per individuare un responsabile della loro situazione, devono cercare un qualcosa da rincorrere, da accusare! Il “nemico” naturale dello studente medio è sempre la Preside, quello della Dirigente Scolastica è sempre la Provincia/il Comune, quello dell’ente pubblico è il MIUR, quello del Ministero è il collega alle finanze…

Ragazzi di viale Adua, l’unico responsabile non ha carne ed ossa ma è da ricercare nella struttura dell’intero sistema scolastico che non può venire incontro alla richiesta formativa di tutti gli studenti della nostra generazione, a noi ci penalizza in un modo, a voi in altri (Precarietà dei docenti, caro libri, etc.). E’ lontana una scuola che non sia dinamica ma a misura di studente.

Adesso la situazione non è cambiata nei fatti ma sono successe alcune cose:
  1. L'amministrazione provinciale (che da ieri è senza mandato) si è spesa per trovare una soluzione alternativa. La Provincia non può essere l'accusato principale.
  2. Una possibile alternativa è stata trovata, aule a sufficienza per tagliare almeno due succursarli, di proprietà della Provincia, su viale Adua. Certo, non è la soluzione più comoda (ne, date le forti pressioni esercitate sull'amministrazione, la più accomodante) ma sicuramente la più economica e funzionale rispetto alle esigenza del personale, con alcuni disagi per le famiglie limabili attraverso un lavoro di contrattazione per i trasporti...che è stato fatto, giusto?
Ecco perché non ho condiviso l'azione di ieri: era una protesta ma contro nessuno, permeabile a strumentazioni, ferma sulla questione delle aule lasciando perdere tutto lo schifo che avvolge la scuola pubblica.

martedì 3 giugno 2014

L'altra opinione


Ecco, ora dico una cosa fuori dal coro. Premettendo che il mio auspicio migliore è che Barbara Spinelli rispetti la parola data, non credo che il problema principale per l'unità di quei soggetti, incollati insieme dall'idea di "un'altra Europa", sia l'elezione di quei compagni provenienti dalle "strutture portanti" della lista (SEL e PRC). Il problema sta nei rapporti, nelle ruggini fra questi soggetti che se non vengono scartavetrate entro tempi brevi, rischiano di minare il progetto unitario. Buttiamo acqua sui fuochi di un dibattito terrificante, incompreso dagli elettori e soprattutto da quei militanti che non provengono dai partiti che si sono avvicinati alla politica attiva per il sostegno al candidato della Sinistra Europea, con passione e convinzione. Facciamo convergere le nostre energie nel mantenimento dei Comitati per Tsipras e la nascita delle "Case della Sinistra", impegnamoci nella costruzione de "L'Altra Italia".

lunedì 2 giugno 2014

Due macigni nell'urna

L'importanza delle ultime operazioni di voto per il futuro della Sinistra locale.

Le elezioni del 25 maggio scorso si sono concluse nel migliore dei modi ma con un risultato inaspettato che non possiamo prendere passivamente.

La nostra squadra, guidata dal Sindaco Luca Marmo ha vinto, contro tutti i pronostici, premiando un duro lavoro di campagna elettorale e di programmazione politica. Ci apprestiamo a governare il Comune di Piteglio nel momento più delicato per il futuro della nostra montagna (disoccupazione che raggiunge i livelli del dopoguerra, una grave crisi dei servizi). C'è da aggiungere che la partita era molto più larga di quello che poteva apparire e che l'analisi del voto piteglino dovrà essere più approfondita per capire la strada delle sinistre (non solo SEL e PRC che oramai non sono più aggregati di militanza) nell'immediato futuro. Innanzitutto la differenza nel modo di votare, degli elettori,  fra una scheda e l'altra di quelle depositate nell'urna.
Il dato delle europee è stato molto più netto di quello per il rinnovo dell'amministrazione comunale: se il gap fra "Uniti per Piteglio" (la nostra lista di centrosinistra) e "Noi Piccoli Comuni Montani" (Centrodestra) è stato di 19 voti, 562 a 543, le elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo ci parlano di numeri differenti: Il PD ha regnato sovrano con una forza elettorale di 543 voti, ai quali possiamo aggiungere (per avere un dato su tutte le forze del csx) i 44 voti della nostra lista, L'Altra Europa con Tsipras, i 6 dell'IDV ed i 13 dei Verdi, per un totale di 606 voti.
La situazione per il Centrodestra invece si è presentata cosi: 165 voti a Forza Italia, 48 ad i neofascisti di Fratelli d'Italia, 46 alla Lega, per un totale di 259 voti. Per l'elettore medio, i canoni di scelta per delle elezioni amministrative sono molto diversi rispetto a qualsiasi altra tornata elettorale ma non tali da segnare una differenza cosi netta, anche per questo motivo, forse, il senso dell'alleanza di centrosinistra per fare argine al centrodestra esiste ancora.

La stessa situazione non si è verificata invece a Cutigliano, dove la lista di centrosinistra guidata da Tommaso Braccesi ha stravinto. La vittoria di Tommaso e del centrosinistra a Cutigliano segna di fatto la sconfitta politica delle cosiddette pettorine, il M5S locale. Non solo una sconfitta: prendere 172 voti a Cutigliano giocandosi ogni possibilità di mantenere il ruolo civico di "rappresentanza trasversale"(anche se, nel caso di Cutigliano, più tendente a destra), per la quale si erano candidati, da a questo gruppo di giovani volenterosi una veste politica, un collocamento, per di più fallimentare.
Care pettorine, io ho chiesto più volte di potervi incontrare, per cercare la possibilità di un asse con il centrosinistra, non c'è stato verso. Le carte sono state giocate male. Non è detto però che sia chiusa qui la loro partita, dipenderà ancora da altri fattori che magari approfondirò in un'altra occasione:
  1. Le sorti dei pentastellati a livello nazionale.
  2. L'opposizione dei due consiglieri eletti a Cutigliano.
  3. I movimenti dei partiti più radicali (fra destra e sinistra). Se saranno convincenti, faranno breccia fra i delusi, gli incazzati e la vera bestia nera di questi movimenti, i polemici!
Sappiamo tutti che il rapporto con il PD non è una guida sempre affidabile e responsabile e che le alleanze larghe di centrosinistra, anche a livello locale, spesso più che essere produttive producono spaccature, incomprensioni, ruggini e spesso anche cattive amministrazioni. E' vero anche che spesso e volentieri la nostra attenzione si è sempre incastellata sul tema elettorale, le alleanze più che la politica! Per questa tornata elettorale abbiamo messo da parte le bandiere e ci siamo messi in discussione nella misura necessaria per arrivare a stendere una proposta convincente. Questa linea ha vinto le elezioni, ora approda alla ben più dura prova dei fatti. Sicuramente non sarà una vetrina di figuracce: a Piteglio non abbiamo promesso niente tranne un impegno solenne: non lavorare in nome dei castelli ma in nome della montagna. Tradotto in Italiano? Provare a investire su progetti comuni per la tutela dei servizi essenziali e per individuare nuove leve per lo sviluppo. Questo, date le nostre forze striminzite e l'indiscutibile serietà di alcuni esponenti del centrosinistra locale (primi fra tutti i neo-Sindaci Marmo e Braccesi), sarà un progetto da fare approdare solo tenendo cucita la rete di alleanze che abbiamo incominciato a tessere per lo scorso 25 maggio, con il centrosinistra ma senza ignorare (anzi, sarei contento di averli al nostro fianco) coloro che negli ultimi mesi hanno gravitato intorno alle "pettorine".

Questo vuol dire che le alleanze di centrosinistra sono l'unica prospettiva? Facciamo politica, non profezie! Non possiamo prevedere se il risultato di questo percorso corrisponderà alle aspettative, anche se le premesse sono positive. Certamente quando ti giochi la partita con un elettorato che non conosce "terze vie" fra i classici schieramenti di centrodestra e centrosinistra (tranne Grillo), è ben difficile rompere gli schemi, specie se non ci sono le forze. C'è da aggiungere un'altra cosa: non ci siamo stufati di dover vincolare ogni discussione politica a sinistra al rapporto con il PD? Poi che tipo di discussione, dal momento che non abbiamo più nessun tipo di struttura credibile?
L'unica prospettiva, nazionale, che può rendere voce autorevole al nostro mondo, dovrà essere una costituente fra quelle forze che hanno condiviso il percorso della Lista Tsipras (330 voti nella montagna pistoiese) e si riconoscono nella Sinistra Europea, processo impegnativo che non può essere fatto al di sopra delle nostre teste ma dovrà coinvolgerci anche nel nostro piccolo, magari cercando di coinvolgere anche il Partito Socialista (con il quale abbiamo condiviso l'esperienza di "Bene Comune"), con l'obiettivo di aprire uno spazio comune, magari una sede, una "casa della sinistra" che colmi i nostri deficit in materia di organizzazione e unità nell'azione politica. Con quale finalità? Quella di occupare lo spazio politico che ci si apre fra il nuovo orientamento (liberal, catalizzatore di consensi fra i moderati) del Partito Democratico ed il magro risultato della discesa in campo delle pettorine: occorre un ponte fra la protesta sociale e la loro rappresentanza nelle amministrazioni locali, nessuno può essere lasciato né senza voce né senza testa!
Una scusa per rompere con il PD? Tutt'altro! Il mezzo per rendere le nostre voci, non solo autonome ma anche autorevoli, capaci di discutere con tutti, dare un contributo più alto laddove può essere possibile trovare un accordo con il centrosinistra e avere la forza di essere alternativi laddove il rapporto non è produttivo.

La strade è dunque unica ed in salita e potremo affrontarla solo se saremo capaci di sfruttare gli spazi offerti dal voto locale dello scorso 25 maggio, prima prova elettorale dopo "l'anno zero della politica", il 2013. Avanti con responsabilità, siamo un territorio composto da piccole comunità di persone, gente con cui condividiamo ogni minuto della nostra giornata che ci renderà il merito di essere stati dei buoni amministratori se i nostri progetti daranno risultati evidenti, altrimenti (data la fase in cui ci troviamo), saremo considerati complici del tracollo. Come unico amministratore della montagna proveniente dalla sinistra radicale, sento questa responsabilità come un macigno.