...contro cosa?
Facciamo un passo indietro. "L'artistico" pistoiese sta vivendo da anni una situazione drammatica. Sulla questione ero già intervenuto (oltre ad essermi speso in prima persona) con questo articoletto su "Il Savoiardo", giornalino scolastico del Liceo Scientifico locale:
Ragazzi e ragazze di viale Adua, siete pronti? State per scoprire la
"Scuola Dinamica"!
Una scuola innovativa, al passo coi tempi, proiezione diretta della
nostra società! Se infatti il "posto fisso è monotono" (come diceva
l'ormai dimenticato Mario Monti), abbiamo scelto di adeguarci spalmando i
nostri spazi in sei luoghi diversi della città (una sede centrale e cinque
succursali). Cosi facendo permettiamo ad i nostri docenti di dedicarsi allo
sport senza spendere un centesimo, oltre a dare loro l'opportunità di godersi
il centro storico della nostra cittadina.
Infatti, se vi trovate a passare una mattinata feriale in via Cavour o
sotto l'ombra di Palazzo di Giano, sarà possibile incontrare un professore o
una professoressa con un carico di qualche quintale sulle spalle che ha appena
terminato la tappa "succursale Pacinotti" e sta staccando tutti per
il rientro in sede, senza rimanere
barricato per delle giornate nelle grigie aule del "Petrocchi".
A proposito, la scuola di cui stiamo parlando non è il nuovissimo
"Liceo Sportivo", bensi’ il caro vecchio "artistico" che
tutti gli studenti di Pistoia lo associano alla sede storica: Il vecchio
monastero seicentesco attaccato ad una delle più belle chiese romaniche
pistoiesi in piazzetta San Pietro, spazio leggermente rialzato rispetto
all'omonima via.
L'ambiente della sede è ottimale per una scuola che insegna arte:
L'edificio è in centro, a due passi da piazza del Duomo, con un bellissimo
esempio di romanico pistoiese all'ingresso (la chiesa sconsacrata di San Pier
Maggiore), aule grandi, e la vista sulla città regalataci dall'aula più
alta...tutto questo ovviamente fino a qualche anno fa.
Infatti l'ex ISA (Istituto Statale d'Arte) è stato investito da
un'ondata d'iscrizioni superiori alla sua portata. Con la transizione da ISA a
Liceo, scelta sbagliata in tempo di crisi (se letta nell’ottica di voler
pianificare la crescita), si spalanca la possibilità di offrire nuovi indirizzi
e sarebbe stato stupido non farlo dal momento che i pesanti tagli della
“Riforma Gelmini” (stesso provvedimento che prevede l’eliminazione dei tecnici
sperimentali come l’ISA), limitano notevolmente le capacità del singolo
istituto che per non cadere nella trappola dei vincoli imposti dalle donazioni
di privati (comunque presenti), è costretto a cercare più fruitori del
servizio. I cosiddetti “fruitori” però non sono i consumatori di un prodotto,
sono studenti che esercitano un diritto (ed obbligo)! Ragazzi che oltre a
meritare un pochino di dignità in più, sono in carne ed ossa, occupano uno
spazio! Passando da poche centinaia di studenti fino a toccare il migliaio con
il solito spazio da poter offrire… gli studenti (e le famiglie) diventano
“fruitori di un disservizio”. A quel punto si apre la caccia agli spazi a giro
per la città, le turbolente riunioni con la Provincia…e arriviamo alla nostra
situazione.
Gli studenti della “Scuola Dinamica” a questo punto, per individuare un
responsabile della loro situazione, devono cercare un qualcosa da rincorrere,
da accusare! Il “nemico” naturale dello studente medio è sempre la Preside,
quello della Dirigente Scolastica è sempre la Provincia/il Comune, quello
dell’ente pubblico è il MIUR, quello del Ministero è il collega alle finanze…
Ragazzi di viale Adua, l’unico responsabile non ha carne ed ossa ma è da
ricercare nella struttura dell’intero sistema scolastico che non può venire
incontro alla richiesta formativa di tutti gli studenti della nostra
generazione, a noi ci penalizza in un modo, a voi in altri (Precarietà dei
docenti, caro libri, etc.). E’ lontana una scuola che non sia dinamica ma a
misura di studente.
Adesso la situazione non è cambiata nei fatti ma sono successe alcune cose:
- L'amministrazione provinciale (che da ieri è senza mandato) si è spesa per trovare una soluzione alternativa. La Provincia non può essere l'accusato principale.
- Una possibile alternativa è stata trovata, aule a sufficienza per tagliare almeno due succursarli, di proprietà della Provincia, su viale Adua. Certo, non è la soluzione più comoda (ne, date le forti pressioni esercitate sull'amministrazione, la più accomodante) ma sicuramente la più economica e funzionale rispetto alle esigenza del personale, con alcuni disagi per le famiglie limabili attraverso un lavoro di contrattazione per i trasporti...che è stato fatto, giusto?